Intervista a Marcello Parola

– a cura di Federico Medana –

Marcello Parola, play e guardia indiscusso degli anni ’80 con la maglia della Virtus Basket Fossano, è attualmente il Direttore Sportivo della Virtus Luino di Varese, allenatore e istruttore. Parola ha giocato nel Fossano nella stagione 1985/1986 in Serie C Gold con la Virtus neopromossa, per poi tornare dopo due anni, nella stagione 1987/1988. Fu idolo indiscusso del pubblico della Comunale e giocatore straordinario per chi se lo ricorda. Dopo la stagione 85/86, Marcello tornò a Fossano due anni dopo, sempre in Serie C, ma trovò un Fossano più in difficoltà, rispetto alla sua prima stagione. Fu voluto fortemente da Diego Arese.

Quali ricordi hai delle partite con la maglia della Virtus?

“Ce ne sono tre: le prime due sono l’andata e il ritorno contro il Bra; a Bra abbiamo vinto 62-60: fallo a tempo scaduto e ho realizzato entrambi i tiri liberi. Al ritorno in casa con un pubblico bellissimo, abbiamo dominato la partita, credo di aver fatto quasi 60 punti in quella partita. Invece la terza contro Alessandria in trasferta, vinta con un mio canestro a 8 secondi dalla fine. Fu una partita pazzesca.

Quali sono i ricordi più belli?

“Fuori dal campo, di sicuro la disponibilità delle persone; per me fu la prima volta fuori da Varese. Mi colpì molto la disponibilità di Diego Arese che mi ospitò a casa sua; poi ci fu anche il papà di Sandrone, persona incredibile che mi portava addirittura a sciare. Infine anche tutta la dirigenza”.

Il compagno più stravagante?

“Ho avuto dei compagni top. Furio Ercole fu una persona incredibile; in ritiro facemmo una sfida a correre: lui era forte in discesa, io invece lo recuperavo in salita. Poi anche Aimar e Burdese”.

Cosa ti ha lasciato la città e quel è il tuo rapporto con Fossano?

Il fatto di stare bene, di uscire in paese. Uscivo spesso e andavo nei bar senza mai pagare, invece Enzo Angrisani pagava sempre e si arrabbiava anche. Fu un’annata speciale, fui portato sul palmo della mano da tutti”.

Qualche aneddoto di spogliatoio?

“Avevo un bellissimo rapporto con tutti. Al secondo anno però con le stesse persone il rapporto si venne a incrinare un po’; probabilmente perché andai via e vinsi anche, quindi nei miei confronti ci fu un po’ di rancore”.