Intervista a Davide Cantarelli

– a cura di Federico Medana –

Quando siamo ormai quasi giunti al termine delle interviste di giocatori, coach e dirigenti storici della Virtus Basket Fossano, o meglio del Basket Fossano, oggi è il turno di Davide Cantarelli. Davide, classe 1987, ha giocato nella Virtus dal 2011 per ben 7 anni, giocando sia in Serie C1 che in Serie C2. Si è ritirato solo la scorsa stagione quando giocava a Carmagnola dovuto ai problemi fisici.

Qual è il tuo ricordo più bello con la maglia della Virtus?

Il taglio della retina quando siamo saliti in Serie C Gold. In quella stagione abbiamo perso solo una partita nella regular season. In finale abbiamo affrontato Borgomanero, anche se sia noi che loro eravamo già promossi in C Gold, era una finale per stabilire chi aveva vinto il campionato; Gara 1 l’avevamo vinta, Gara 2 persa e invece Gara 3 vinta anche quella con coach Dematteis. Al mio primo anno avevo avuto coach Violardo, ma non è andata bene con lui e nelle ultime partite c’è stato un cambio tecnico, chiedendo ad Arcidiacono di allenarci ma non è bastato. Poi mi sono trovato bene sia con Andrea Dematteis che con Michael Magagnoli”.

Qual è il tuo ricordo più bello al di fuori dal rettangolo di gioco?

“Una volta le trasferte col pulmino erano belle. Noi di Torino facevamo la macchinata ed erano bei viaggi; li ho fatti con De Simone, lui c’è sempre stato, poi si sono alternati Maffeo, Milone e Johnson. Sono stati dei bei ricordi. Un altro bel ricordo era il compleanno di Bussotti molto bello, avevamo mangiato e bevuto. Abbiamo ancora gli audio e i video di quella serata”.

Quale stagione ti è rimasta più impressa nel tuo passato a Fossano?

“Quella della promozione della stagione 2014/2015, eravamo una squadra molto forte e avevamo perso solo contro il Carmagnola”.

Che cosa ti ha lasciato la Città?

“L’ho vissuta poco. Dopo gli allenamenti tornavo a casa in treno per i primi tre anni e poi per lavoro mi dovevo svegliare presto, quindi mi fermavo raramente a Fossano”.

Hai avuto qualche giocatore con la quale sei stato più legato?

“Alcuni sono diventati cari amici, ovvero quelli di Torino. Mi sento ancora con Riccardo Comino perché è una super simpatica persona”.

Hai qualche aneddoto da raccontare?

“Vedere Ares Fiore cambiarsi prima degli allenamenti, perché ha un metodo tutto suo: ci mette 15 minuti per sistemarsi lo scalda muscolo, le mutande deve essere tutto molto preciso e poi solo a legarsi le scarpe ci metteva cinque minuti d’orologio. Penso che lo faccia ancora”.

C’è qualche partita che vorresti rigiocare?

“Vorrei rigiocare la finale playout contro Settimo Torinese per poter cambiare l’esito di quella brutta stagione. Avevamo una buona squadra quell’anno: Daniele Arese, Quaglia, Flavio Lingua, VissioBussotti, Marco Fuso e i giovani di Fossano”.