Intervista a Valter Nicola
– a cura di Federico Medana –
Oggi è il turno di Valter Nicola. Valter ha giocato col Basket Fossano per circa sette anni dalla stagione 2001/2002 alla stagione 2007/2008 sempre in Serie C2; in quei sette anni ha avuto come coach Mauro Sandrone, Diego Arese, Enrico Testa e Andrea Padovan. Arrivato dal Dogliani e, dopo l’esperienza fossanese, Valter ha giocato ancora per tre anni a Cuneo in C2. Dopo essere stato coach nelle giovanili dei Gators, quest’anno sarà vice coach in Prima Squadra.
Quali sono i ricordi più belli che hai con la maglia del Basket Fossano?
“Il più bello, ma anche agrodolce, è la finale, al mio secondo anno a Fossano, contro la Ginnastica Torino Tecnosteel. Ricordo che avevamo vinto Gara1, perso Gara2 e perso anche Gara3; in Gara3 eravamo senza i playmaker che si erano infortunati seriamente nelle precedenti partite”.
I ricordi che pensi più piacevolmente al di fuori del campo?
“Sono stati 7 anni bellissimi e li ho vissuti con ragazzi storici come Riccardo Comino, Mauro Sandrone, Roberto Viglietta, Luca Bongiovanni; anche José Grosso che ho poi ritrovato nei Gators. Con lui mi sono molto legato e ci sentiamo quasi tutti i giorni. È stato proprio un bel periodo. Con Diego Arese ho sempre avuto un ottimo feeling e mi diceva che avrei smesso di giocare dopo due anni e invece, ho giocato ancora per 15 anni”.
Qual è stato il compagno più stravagante che hai avuto nella tua carriera da cestista?
“Direi Bussotti, ragazzo strano. Al primo allenamento del primo anno a Fossano, il preparatore fisico mi diceva che avrei giocato poco perché, quando Bussotti sarebbe tornato dal militare, avrebbero fatto giocare lui e invece è stato spedito lontano a fare il militare: quindi ho giocato io. Invece Riccardo Comino era quello che ne combinava più di tutti”.
Com’era il tuo rapporto col pubblico nelle partite e in giro per la Città?
“Il primo anno giocare alla Comunale era bellissimo e vincevamo abbastanza: bello quando abbiamo giocato lì i play-off contro Trecate; dal secondo anno in poi abbiamo iniziato a giocare al Palazzetto: lì, sentivi di meno il calore del pubblico perché era sistemato più in alto rispetto alla Comunale. Col pubblico ho sempre avuto un ottimo rapporto ed è sempre stato corretto anche se sono originario di Saluzzo”.
Che cosa ti ha lasciato Fossano e quale rapporto hai avuto come Città?
“Sono stato per cinque anni in collegio a Fossano perché andavo all’ITIS al Vallauri. Conosco Via Roma, le pizzeria, ma ho trovato la Città un po’ spenta; diciamo che la Città l’ho vissuta più per la scuola; quando giocavo dopo la partita o l’allenamento con Viglietta e Arese, come da prassi, andavamo a berci una birra, però tutto il resto di Fossano l’ho conosciuto poco, al contrario di Saluzzo che a qualsiasi ora del giorno e di sera trovavi sempre qualcuno che passeggiava sotto i portici”.
Hai qualche aneddoto particolare da raccontare?
“Ne ho due di cui non bello: il primo avevamo giocato una partita e ci avevano rubato tutti i portafogli, erano entrati dalla finestra; il secondo molto bello: eravamo alla Comunale e avevamo fatto una tavolata; ci eravamo mangiati, attraverso una sfida, una pizza, più una decina di profiterole e una bottiglia di vino a testa; dopo abbiamo ancora giocato e Bussotti aveva fatto 43 punti su 50, era una macchina da canestro e Comino, prima, era andato a comprare a tutti i profiterole. Forse solo uno di noi non era riuscito a mangiarli tutti”.