Intervista a Federico Bosio
– a cura di Federico Medana –
Quando siamo arrivati alla penultima intervista, oggi è il turno del nostro Direttore Sportivo Federico Bosio. Federico è DS da ormai sette anni, quando ha iniziato ad affiancare il Presidente Andrea Dematteis nel scegliere accuratamente, dal punto di vista tecnico-tattico-caratteriale, nuovi giocatori da portare alla Virtus. Uno dei primi è stato Davide Cantarelli e poi tutti i giocatori che hanno vestito la maglia della Virtus come Maffeo, Milone, De Simone, Johnson che arrivavano dalla PMS Moncalieri.
Quali sono i ricordi più belli da Direttore nelle varie stagioni o partite?
“Il più bello è stato il triennio con me e Dematteis. Con quella squadra avevamo un gran feeling. In quei tre anni abbiamo fatto l’escalation: al primo anno abbiamo perso la semifinale playoff con Alba in Serie C Silver, al secondo anno abbiamo perso la finale playoff con Serravalle e al terzo anno abbiamo solo perso una partita contro il Carmagnola e siamo saliti in Serie C Gold. Quella era una squadra costruita in modo eccezionale, era “illegale” per la categoria; per tutti, vista da fuori, era un’ottima squadra, ma all’interno era uno spogliatoio difficile da gestire. Chi aveva più qualità era Cristiano Carchia, sapeva dare il pallone giusto al momento giusto, poi c’era Maffeo che era un grande tiratore, Johnson un grande playmaker e poi anche Cantarelli e De Simone erano due signor giocatori. Anno dopo anno abbiamo inserito giocatori senza perdere gli altri”.
Quali sono i ricordi più belli al di fuori del campo?
“Sicuramente i compleanni. E’ una tradizione portata dai torinesi. Nel giorno del compleanno o il giorno più vicino, chi li stava per compiere doveva portare da mangiare a tutti e poi si dava i voti in stile Masterchef, dopo l’allenamento. Tutto questo aiutava a fare gruppo. Nel tempo l’amicizia è rimasta con Riccardo Quaglia; le trasferte fatte con gli altri dirigenti: il papà di Cantarelli, Franco Grasso e Allasia; tutte queste cose sommate ti porta a fare la differenza in campo”.
Un giocatore che, tornando indietro nel tempo, riprenderesti da DS?
“Fare nomi è brutto perché c’è il rischio di dimenticare qualcuno. Chi è venuto da noi ha dato tutto, ma Milone e Maffeo per motivi agonistici e voglia di vincere, valevano tanto per noi”.
Il giocatore che non sei mai riuscito a prendere ma che prenderesti a tutti gli effetti?
“Tiberti era un “cavallo pazzo”. Mi era stato presentato da De Simone, ha fatto un paio di allenamenti con noi: fisico al top, alto e correva molto; mi sarebbe piaciuto che venisse a giocare con noi, poi però è andato a giocare prima in Serie B e poi in Serie A2. Invece avrei fatto carte false per Zunino, playmaker, il più forte nel campionato regionale, ma non è mai stato contattato da noi perché era di Valenza, troppo lontano da Fossano. Però nel mio piccolo sono molto soddisfatto di quello che ho fatto di aver preso giocatori come Johnson ragazzo splendido, Milone, De Simone, Cantarelli ragazzi top e difficilmente ne ho sbagliato qualcuno. Altra grande mia soddisfazione è stato di portare Marco Comino”.
Qual è stato il giocatore più forte che hai avuto a Fossano?
“Per caratteristiche tecniche, di qualità e carisma direi Carchia. Classico giocatore che si allena da solo, un grande professionista in campo; la sua presenza cambia gli altri giocatori in maniera assolutamente positiva, con la parola giusta al momento giusto con gli arbitri e dava sicurezza alla squadra. Era un elemento imprescindibile e se la palla pesava, lui la buttava dentro”.
Quale futuro vedi per la Virtus e il mondo del basket in generale?
“La vedo dura. Lo sport di base è imprescindibile per i ragazzini. Oggi la situazione non è facile, non so quante società possano riprendersi. Qui si parla di sport di base e non svolgerlo ,perché c’è in atto una pandemia, è rischioso per i bambini e bisogna cercare di mantenere un certo equilibrio, per loro è una valvola di sfogo; capisco la situazione, ma la mia visione non è così limpida per il basket in generale. Lo stesso vale per noi della Virtus che ha gli stessi problemi delle altre società ed è grazie al Presidente che si “smena” per far incastrare tutte le cose che vengono imposte dalla Federazione e dal Governo come regole, autocertificazioni, moduli da compilare. Per quanto riguarda il campionato la vedo dura che possa iniziare a breve”.